Chi siamo

.....Chi รจ il castlein.....

 Il "Castlein" è la maschera simbolo del Carnevale di Castelnovo di Sotto; con la berretta calata sulle orecchie, con le scarpe grosse da contadino, con i suoi calzoni "ascellari", egli prenderà per pochi giorni il potere, darà il via alla festa, ai giochi popolari, restituirà ad un paese intero l'orgoglio ed il piacere di seppellire la stupidità del mondo sotto il fragore di una risata intelligente e provocatoria. Senza vergognarsi della sua povertà economica, né della sua ignoranza accademica perché a sostenerlo c'è il buon senso contadino, la solidarietà di tutti i suoi concittadini, la solidità del suo lavoro e dei suoi valori: in una parola tutta la cultura accumulata da secoli di lavoro nei campi o nelle botteghe artigiane. Questo il nostro "Castlein", Re del Carnevale di Castelnovo di Sotto, spera di riuscire a ricordare ai suoi concittadini e a tutti gli ospiti che verranno a trovarlo, a tutti offrendo, insieme a un po' di buonumore, un bicchiere di vino, una fetta di salame, un pezzo di gnocco fritto.

In una nebbiosa  serata di fine febbraio 2005, quando erano appena terminate le sfilate del  Carnevale, il vecchio mascherone rappresentante il simbolo del Carnevale  Castelnovese “AL CASTLEIN” è stato completamente distrutto da un incendio mentre  era in attesa,  nel piazzale antistante il supermercato Coop, di un ricovero per il periodo  estivo. Incendio non provocato dall’autocombustione della carta umida, ma dalla  mano di un “burlone”, che ha voluto farci uno “scherzo di carnevale”  fuori tempo e che, probabilmente, si era stancato di vederlo girare per il  paese…. Muore così il simbolo, ma non la volontà di continuare! Anzi, con più  vigore siamo qui ad esprimere la nostra intenzione di andare avanti, con questa  nostra tradizione, che unisce giovani e vecchi, bianchi e neri, ricchi e poveri.

 

 

 

 Infatti, i Consigli della Soc. COOP. IL  CARNEVALE e dell’Ass. AL CASTLEIN hanno deliberato che, appena sarà  possibile, arriverà un nuovo “Mascherone” di  dimensioni e peso più pratici, per poter essere maggiormente utilizzato come “simbolo  viaggiante” del Carnevale Castelnovese, anche al di fuori del Comune, in  vista di una pubblicità sempre più visibile e meno  ingombrante.

 

 

 

Il  vecchio “mascherone” era stato realizzato nel 1994. Nato dall’idea di Flavia De  Lucis su disegno di  Maria Luisa Montanari, era stato realizzato dalla COOP. IL  CARNEVALE da Luca Reggiani e dalla scuderia Belvedere. Nei primi anni, il carro  su cui era montato apriva le sfilate del Carnevale e in seguito, smontato ed  opportunamente predisposto, anticipava i corsi mascherati avendo la funzione di  “simbolo” delle varie manifestazioni, fin dalle festività natalizie,  presso la piazza Prampolini. Durante le sfilate prendeva possesso del Comune,  veniva esposto sul balcone del Municipio e lì restava fine al termine del  Carnevale. 

 

Nella  prima sfilata del Carnevale 2011 sul carro gigante della scuderia Olimpia 2 è  apparsa una nuova maschera del Castlein. A cosa sia destinata questa maschera  ancora non ci è noto, ma prevediamo interessanti sorprese.

 

Statuto

 

Una delle caratteristiche peculiari della nostra terra è la capacità innata della gente di cooperare e lavorare insieme. In questi anni la Cooperativa ha raggiunto livelli elevati di competenze tecniche e capacità organizzative. Naturalmente ciò non è andato a discapito della creatività, della capacità di progettazione, dell'abilità manuale e plastica, dell'energia socializzante, della voglia di comunicare e coinvolgere che sono le valenze fondamentali della manifestazione.

Nel gennaio 1977 si costituì la Cooperativa "Il Carnevale". I 19 soci fondatori, rappresentanti le scuderie allora esistenti, siglarono l'atto costitutivo dell'attuale società nella sala della Biblioteca Comunale. Un movimento spontaneo, aggregante e creativo diventò, da quel momento, un'organizzazione che si diede una veste giuridica.

 

Dallo statuto:

 

"...... retta da principi di mutualità senza fini di speculazione privata .............. si propone di realizzare il Carnevale di Castelnovo di Sotto .... .....si propone di conservare, valorizzare, diffondere tradizioni e quanto altro legato al Carnevale ........ .....con attività culturali, ricreative, sportive o artistiche........"

  

La società cooperativa Il Carnevale conta attualmente oltre 250 soci di cui 150 attivi, suddivisi in 8 scuderie, impegnati per la realizzazione di carri e mascherate. Il consiglio della Società, formato da due consiglieri di ogni scuderia, i quali rimangono in carica due anni, elegge annualmente il consiglio di Amministrazione composto dal Presidente, dal Vice presidente, dal Segretario e dal Cassiere. E’ formato anche un direttivo ristretto per l'organizzazione e la gestione delle sfilate e delle manifestazioni di carnevale. In queste attività sono coinvolti anche soci non consiglieri e persone esterne alla Società.

 

La giuria

 

E' compito del Consiglio individuare la composizione della giuria, che dovrà giudicare carri e mascherate, verificando che tutti rispettino le norme del Regolamento interno inerenti le caratteristiche dei carri. La regola vuole che i carri abbiano una figura grande al centro e almeno altri quattro pupazzi. La votazione generalmente tiene conto del colore, dei movimenti, delle figure e delle difficoltà nella realizzazione del carro Il vincitore riceverà il Gonfalone, simbolo del Carnevale Castelnovese e lo conserverà per tutto l’anno, fino al carnevale successivo. La giuria degli ultimi corsi è stata composta dai rappresentanti di ogni scuderia che votavano per gli altri carri. In precedenza si era tentato di formare giurie in vari modi, avvalendosi di esperti, cittadini illustri, sindaci dei comuni vicini, si era ricorso perfino ad una giuria popolare con il voto del pubblici presente.   

Le regole di selezione sono severissime, vista anche la grande rivalità che si è creata fra le scuderie. Anni fa i carri erano realizzati in gran segreto, oggi si costruiscono tutti nei capannoni della cooperativa, ma questo non significa che la voglia di vincere non esista più. Anzi, il desiderio di fare meglio e dimostrare la propria bravura è grandissimo. Ogni anno non mancano contestazioni ferocissime, borbottii e plateali litigate (anche se fondamentalmente bonarie).

 

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La famiglia Guatteri

Se si vuole leggere correttamente la storia del carnevale di Castelnovo di Sotto, si può ben affermare che, senza l'attività e l'estro della famiglia Guatteri, probabilmente il carnevale sarebbe rimasto soltanto quella festa che nel calendario è posta prima del periodo di quaresima. Per tutto il Settecento operarono in Castelnovo i Guatteri, famiglia di intagliatori e indoratori di legno, proveniente da Reggio Emilia. In epoca napoleonica, attorno al 1810, si dedicarono alla produzione di maschere da utilizzarsi in feste e in rappresentazioni teatrali (le rime) in quel periodo molto di moda. Un rescritto ducale dell'epoca li abilitava a tale attività. In questo lavoro essi inventarono processi particolari, tramandandoli di padre in figlio, che resero rinomata la ditta anche fuori d'Italia fino all'inizio del novecento. Il loro laboratorio si trovava nell'attuale Via XX Settembre al n.12, vi lavorava in prevalenza manodopera femminile del paese. 

Il più attivo nel settore fu Prospero (1782-1861). Abbiamo già visto ("I primi carri") che proprio a lui, nel 1842, fu affidata la costruzione dei due carri da mandare a Reggio. Nel 1885 Giuseppe e Giovanni Guatteri furono tra i fondatori della prima Società del Carnevale: a loro va il merito di aver rafforzato nei Castelnovesi la passione per le maschere, impegnandosi in prima persona in tutte le manifestazioni allegoriche e di festa che erano organizzate a quei tempi.

 

Una testimonianza di Davide Guatteri, ultimo erede della famiglia e anch’egli costruttore di maschere, ci informa che le maschere non si mettevano soltanto durante i giorni di carnevale. Le sue maschere, costruite con cera e stoffa, erano molto usate in campagna, soprattutto nella bassa reggiana, per la recita delle "rime". Era usanza, presso le famiglie contadine, passare le serate invernali attorno ad un camino o nelle stalle, allietati da gruppi di giovani mascherati che recitavano. La produzione dei Guatteri, continua il signor Angelo, consisteva in maschere create tramite modelli di gesso su cui erano pressati delle pezze di stoffa imbevute nella colla; dopo l'essicatura si passava uno strato di cera e si coloravano con cinabri e nerofumo. Erano costruiti tanti modelli di maschera: si era raggiunto un campionario di oltre duecento tipi. C'erano maschere di caricatura dei personaggi del posto, c'erano quelle di raso e sanctus (raffinate, alla veneziana), c'erano anche le più economiche (le domino) che coprivano mezza faccia. La fabbrica lavorava a pieno regime per almeno tre mesi l’anno. Una lavorante poteva raggiungere la costruzione di 100 pezzi il giorno. Una maschera costava poche lire e la ditta aveva anche superato un fatturato netto di 70.000 £.; questo dato ci fa comprendere che il numero delle maschere prodotte era elevatissimo. Senza dubbio si deve a quella produzione in serie di maschere se l’antichissima tradizione del carnevale si è mantenuta a Castelnovo nel corso degli anni e si è rafforzata nel nostro secolo.

 

Nel 1933 la fabbrica, a causa dei divieti all’esportazione imposti dal regime fascista, chiuse i battenti: materiali, stampi ed attrezzatura, furono trasferiti a Case Melli (piccola frazione di Castelnovo di Sotto). Qui purtroppo andarono in parte distrutti durante il periodo della seconda guerra mondiale o dispersi nelle varie cascine; ad esempio gli stampi erano utilizzati come pilette per dar da bere e mangiare agli animali da cortile; inoltre parte dell'attività era stata rilevata dalla ditta "Mascherificio Italiano" di Cervi & C. Nel dopoguerra, nel 1947 con la formazione del primo "Comitato del Carnevale", l'influenza della tradizione dei Guatteri si fa sentire in quanto, di generazione in generazione la passione per il divertimento continua, il Carnevale di Castelnovo diventa un'attrazione ed acquisisce una dimensione ed un gusto allegorico che fa trasparire la presenza di una cultura di fondo mai dimenticata.

 

Per quanto si sa, del patrimonio dei Guatteri rimane il "Campionario dell'azienda" (fra cui alcune maschere risalenti all'800), custodito da un castelnovese, il sig. Eugenio Gabrielli, noto estimatore dei Guatteri. Probabilmente altro materiale è presente presso cittadini castelnovesi. C’è notizia di un torchio a mano per maschere con resistenze elettriche per asciugarle. Questo attrezzo, secondo le testimonianze di chi l’ha visto, risale ai primi del novecento ed è contemporaneo dell’ultimo periodo dell’attività dei Guatteri. La particolarità dell’uso dell’elettricità fa supporre che l’oggetto sia stato ideato dai Guatteri, che in quel periodo fabbricavano anche apparecchi elettrici.